Gli estratti luppolati sono uno dei metodi più semplici per approcciarsi al mondo della birra fatta in casa, ma pochi sanno che, con qualche accorgimento, da un semplice estratto si possono anche produrre ottime birre.

Il metodo di birrificazione che prevede l’uso di estratti luppolati, è in assoluto il più semplice, in quanto, il grosso del lavoro, è già stato svolto dal produttore dell’estratto. Questo metodo è anche quello con il quale, la maggior parte degli Homebrewers, si avvicina all’hobby della birrificazione casalinga.
Parlare di grado alcolico è ormai fuori moda. In accordo con le leggi nazionali ed internazionali, quando si fa riferimento al tenore alcolico di una birra, si intende il suo “volume alcolometrico”. In altre parole, il valore che troviamo sull’etichetta della birra, corrisponde al volume in parti di alcol puro (misurato ad una temperatura di 20°C), in rapporto a 100 parti di prodotto.
Se durante il trasferimento dal fermentatore primario al tino di travaso non abbiamo effettuato filtrazioni estreme, possiamo stare certi che una parte, sebbene piccola, di lieviti ancora attivi è stata trasferita assieme alla birra e, nella maggior parte dei casi, una volta effettuata la carbonatazione, il nostro lavoro è terminato.
Siamo giunti alla fine del percorso di produzione e mancano giusto pochi, ma importanti step, per completare un processo che ci ha condotto nel meraviglioso mondo della birrificazione casalinga. Da questo momento, non parleremo più di mosto in quanto, terminata la fermentazione abbiamo a che fare con la birra.